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Dialoghi (inedito)

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Desidero tornare a quella dolce malinconia
che ci accompagnava per i viali,
tra rami e ciottoli, tra le erbe aromatiche
ed il muschio, nell’umido rincorrersi.
Simile a quello che un tempo era il procedere
del destino, per scommettere qualche fantasia,
che circondi gli spazi della oltraggiosa passione,
per non tenerla in agguato come un presentimento
insonne sul corrodersi del tempo.
Chiedo un salmo che colmi il cuore,
una voce che tuoni profezie
e appaghi la tortura dell’ira.
Il dialogo che Dio non concesse
nel migrare di ore ventose,
nelle infinite pagine bianche
tramutate in un buffo risuonare dell’eco.
Oggi la luce delle tue pupille non è più capace
di giocare,
trasformando le nuvole in figure clandestine,
descritte come antiche pergamene.
Incorruttibili i capelli, nell’ora che cade,
vagheggiano sospetti e bagliori,
per tentare quella ebbrezza che non torna,
che rimpiangi per scomporre presenze,
per inseguire mordendo gli umori del destino.

 

 Loredana Savelli - 27/08/2010 09:32:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Oggi la luce delle tue pupille non è più capace
di giocare,
trasformando le nuvole in figure clandestine,
descritte come antiche pergamene.
Incorruttibili i capelli, nell’ora che cade,
vagheggiano sospetti e bagliori,
per tentare quella ebbrezza che non torna,
che rimpiangi per scomporre presenze,
per inseguire mordendo gli umori del destino".
C’è sempre qualcosa che sfugge (i capelli incorruttibili) alla tentazione della disperazione. Ben vengano gli indizi di una Speranza che sarà l’ultima a morire, come dicono.
Molto apprezzata.

 leopoldo attolico - 11/05/2010 15:34:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Qui elegia e pathos propongono una sordina affettuosa che sembra provenire lontano dalla pagina , da un altrove che interroga la pronuncia di un sogno , di un dormiveglia , di una lontananza .
Avvincente questa "ebbrezza che non torna" , questa continua proposizione del desiderio e i chiaroscuri linguistici che ne sostanziano l’inquietudine .

 Antonio De Marchi-Gherini - 02/02/2010 15:01:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Da sezionatore chirurgico del testo, per apostasia narrativa; ecco, nella maturazione finale della scrittura, risorgere il barocco mediterraneo, ricco di ascendenze bibliche seppur temperate dalle schermature delle psicoanalisi freudiane e junghiane. Il discorso si fa più disteso, il dettato poetico meno enigmatico.Risorgono i temi eterni della poesia: maliconia, il trascorrere del tempo, la ricerca del tempo perduto, Dio, la vita, la morte. Tutto però corroborato da un’allegra voglia di versificare,la vera vita possibile a dispetto del tempo e delle stagioni.
Antonio Luigi DE MARCHI-GHERINI

 Franca Alaimo - 22/12/2009 21:28:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Un’aspra nostalghia per il tempo già andato, di fantasia, passione, attesa d’oltre. Le immagini del presente negano quelle di un tempo e tuttavia se ne vestono e addolciscono l’ira di adesso.
Una musica ora dura ora melanconica accompagna il fluire dei versi che raccontano una storia di un amore, simile a quella di tutti.
Un arecherche, appunto!

 Daniele Incami - 29/11/2009 16:26:00 [ leggi altri commenti di Daniele Incami » ]

In questa poesia c’è quel qualcosa di classico che la rende cara al cuore.

 giuliano - 26/11/2009 17:33:00 [ leggi altri commenti di giuliano » ]

Versi molto belli, costruiti con parole solide e tangibili che nell’aria della poesia sfarinano nell’azzurro e nel sentimento, creando una sonora dolcezza.

 Basilio Romano - 24/11/2009 21:50:00 [ leggi altri commenti di Basilio Romano » ]

Anche questa settimana, come nelle precedenti, larecherche ha proposto una poesia di un poeta assai interessante. Una poesia solida, decisa, con una discorsività piacevole sostenuta da un verso poetico ben calibrato, e inedita.

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